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Milan, Boban dice tutto: dal suo licenziamento al caso ultras, c’è anche una causa in corso

L’ex centrocampista ed ex dirigente rossonero Zvonimir Boban torna sul suo burrascoso addio al Milan.
Zvonimir Boban è stato intervistato da Fabio Caressa a Deejay Football Club: tantissimi gli argomenti trattati a partire dalle sue ultime critiche a Fonseca ed al Milan per la gara di martedì scorso. “Anche la gente che vede le partite, nove volte su dieci la pensa alla stessa maniera”.
“C’è stato un problema perché io ho detto che il Milan per un’ora non ha giocato bene contro il Bayer Leverkusen: chi dice che ha giocato bene non capisce nulla di calcio. Se questo è il problema cosa ci posso fare?”.
L’inchiesta che ha portato all’arresto degli ultras di Milan ed Inter
“Abbiamo sempre saputo che c’erano delle cose strane, con tanti che avevano degli interessi strani. Questo preoccupa, non è facile nemmeno per le società. Non posso a priori accusare la gente di non so cosa hanno fatto”.
I motivi dell’addio al Milan
“Colpa di un’intervista che io ho trovato sacrosanta. Dopo pochi mesi ci siamo trovati a non avere né appoggio né fiducia. Loro volevano portare Rangnick, avevano cominciato a parlare. Noi non siamo riusciti ad avere un chiarimento”.

La ricostruzione
“In quel momento lì dopo la correzione del mercato, dopo il cambio allenatore dove abbiamo avuto anche il coraggio di ammettere un nostro errore che non pensavamo, ma l’abbiamo commesso in buona fede. Dopo il mercato di gennaio, con l’arrivo di giocatori importanti come Kjaer, Saelemaekers e Ibrahimovic e la cessione di Suso e Piatek, non siamo riusciti a chiarire la nostra posizione, così ho dovuto farlo pubblicamente perché la proprietà già ha cominciato ad avere contatti con Rangnick per la stagione successiva, cosa che si è verificata anche nella stessa intervista che Rangnick ha fatto. Io ho fatto un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’ credo molto corretta e loro mi hanno licenziato per giusta causa. Siamo ancora in tribunale, mi spiace ma la vita è così“.
Il suo rapporto col Milan inteso come club
“Il Milan non c’entra nulla con la proprietà. Se tifi Milan, ami il Milan, lo ami e basta. Capisco che alle persone non piacciano i pensieri imposti, ma io non impongo: dico la mia. Magari non avrò ragione e quando non avrò ragione lo dirò. Ma devo dire quel che penso, anche per il bene del Milan. Ma non sono io a muovere i fili, dico la mia come tutti”.
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