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Milan, Franco Ordine duro: “non si può iniziare a giocare solo dopo aver..”

Alvaro Morata

Il totem del giornalismo rossonero, dalle colonne del Corriere dello Sport, analizza il Milan a due facce che torna con una sconfitta da Leverkusen

Nel mondo del calcio, ogni partita scrive una storia unica, lasciando spesso spunti su cui riflettere e strategie da ripensare. Questo sembra essere il caso dell’AC Milan, squadra guidata da Paulo Fonseca, che recentemente si è trovata a navigare in acque complesse durante la sua sfida contro il Bayer Leverkusen in Champions League. Franco Ordine, noto giornalista vicino all’ambiente rossonero, ha espresso il suo pensiero attraverso un editoriale sul Corriere dello Sport, analizzando la prestazione dei rossoneri e suggerendo possibili vie di miglioramento.

Due tempi, due strategie

Il Milan ha mostrato due volti distinti nella partita contro il Bayer Leverkusen: un primo tempo timoroso e un secondo tempo in cui la squadra si è lasciata andare, esplorando con più cura la metà campo avversaria. Tale approccio bipartito ha portato a rendimenti diversi, evidenziando debolezze in fase difensiva ma anche un potenziale offensivo quando i giocatori si sono liberati dai timori, sfruttando la velocità e la creatività di elementi chiave come Leao.

Franco Ordine
Franco Ordine

L’importanza di prendere la mira

Una riflessione significativa è stata dedicata ad Abraham, l’attaccante inglese il cui rendimento sotto porta potrebbe migliorare notevolmente. Ordine richiama la memoria di Zlatan Ibrahimovic, il cui periodo iniziale in Italia fu affrontato con un lavoro mirato sulla precisione, suggerendo che un percorso simile potrebbe beneficiare anche Abraham. In tal modo, il Milan potrebbe sfruttare al meglio il talento dei suoi attaccanti, aumentando la loro efficacia in situazioni cruciali.

Il rischio di un approccio reattivo

La vera critica di Ordine, tuttavia, punta sul dilemma fondamentale dell’approccio milanista: attendere l’azione avversaria prima di reagire può essere una strategia rischiosa. Tale atteggiamento espone ai contrattacchi avversari e a situazioni in cui, nonostante un potenziale offensivo elevato, la squadra potrebbe non riuscire a capitalizzare le opportunità create. La questione sollevata è se il Milan dovrebbe considerare una maggiore stabilità difensiva, o se insistere sul “calcio dominante” prediletto da Fonseca sin dal suo arrivo.

La strada a venire

Nonostante i momenti di brillantezza, la squadra si trova di fronte a interrogativi significativi sul suo stile di gioco e sulla strategia da adottare in futuro. La prestazione contro il Bayer Leverkusen serve da lezione e da punto di riflessione per Fonseca e il suo team, che dovranno valutare attentamente come bilanciare attacco e difesa, e come affrontare le partite per non ritrovarsi “né carne né pesce”.

Nel calcio, ogni partita è un’opportunità per imparare e crescere. Per il Milan di Paulo Fonseca, il cammino in Champions League continua a essere un laboratorio dove sperimentare, affinare e, si spera, trovare la formula vincente che soddisfi le aspettative di una tifoseria appassionata e esigente. La saga milanista in Europa è lungi dall’essere conclusa, e le prossime partite diranno se le lezioni apprese saranno sufficienti per imporre il Milan come contendente serio sul palcoscenico europeo.


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