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Milan-Venezia: le “scuse” di Theo e Leao, e quel gesto stupendo…

Tijjani Reijnders, Rafa Leao, Theo Hernandez

Il Milan strapazza il Venezia vincendo 4-0 e accende San Siro di gioia: prima vittoria e nuove certezze su cui costruire il futuro.

Non era un sabato sera qualsiasi di fine estate, uno di quelli per intenderci da stare a casa, magari al caldo di una copertina. Era “l’ultima chiamata”, prendendo in prestito le parole dello striscione che la Curva Sud ha mostrato, con il cuore gonfio di milanismo, per caricare la squadra all’arrivo del pullman del Milan. Lo striscione recitava anche “basta scuse” e, di scuse, ce ne sono state ben poche fin dall’avvio della gara. Gli uomini di Fonseca sono stati straripanti, dominanti e, udite udite, anche rassicuranti. La notte di San Siro regala piccoli dolci aneddoti da aggiungere al diario di una stagione iniziata a ritmo lento ma che, si spera, con stasera potrebbe dare avvio al ballo portoghese per eccellenza: il fado.

Le “scuse” di Theo e Leao

Theo e Leao, di scuse, ne dovevano e anche tante. Il “non evento” di Roma del cooling break è stato infatti solo la goccia di un vaso già colmo d’acqua e insoddisfazione, per via di prestazioni fin troppo insufficienti considerando il bagaglio tecnico in loro possesso. Le frecce rossonere bruciano letteralmente l’erba verde di San Siro, si cercano e si trovano come amanti perfetti nella notte di San Valentino. Le loro discese in fascia sono sinfonie, il tacco di Leao poesia e il gol di Theo estasi pura. La combinazione idilliaca che i tifosi del Milan sognavano, il tripudio e l’esaltazione del talento uniti alla tenacia vorace e veemente di voler timbrare l’universo rossonero con i propri nomi. Il Milan eccede la materia sosteneva Carmelo Bene e, ieri sera, il 19 e il 10 rossonero hanno ecceduto aiutando la squadra a straripare con quella “cattiveria” richiesta a gran voce dal popolo di fede milanista. E se l’eccedenza è il gioco senza palla, i due cavalieri erranti rossoneri hanno conquistato il mondo, scalato le vette del godimento e fatto pace con il Milan, con i tifosi e con il loro talento.

Theo Hernandez
Theo Hernandez

Il gesto di cui nessuno si è accorto…

La notte di San Siro si illumina d’immenso dopo appena due minuti e in soli 29 effettivi si colora di festa sugli spalti. Un gol ogni sette minuti, giusto il tempo di godere delle trame in campo per poi alzare nuovamente le braccia al cielo. Difficile, se non impossibile, notare il gesto che certifica l’unità del gruppo rossonero, così come oltretutto sostenuto nel post gara da Gabbia. Leao si conquista il secondo rigore di serata, quello che sancirà il quarto gol di scarto tra il Milan e il Venezia. Il “dissidente” di Roma avrebbe potuto prendersi il pallone e sublimare la propria serata, in barba al rigorista designato Pulisic, cercando di realizzare lui il penalty assegnato. Invece no, non solo non lo fa, ma spinge Abraham a calciarlo lui, offrendo al compagno un cioccolatino da scartare alla sua prima a San Siro. Piccoli gesti, per tanti insignificanti ma, nella notte delle stelle rossonere ritrovate, c’è spazio anche per un gesto che zittisce ogni polemica e urla forte: siamo uniti! Ben fatto Leao.

Il gondoliere Fonseca

Impossibile non celebrare anche Paulo Fonseca, il “gondoliere” che in tanti speravano o pensavano sarebbe caduto nella laguna veneziana perdendo il controllo del remo rossonero. Le acque su cui naviga sono ora più calme, cornice ideale per preparare una settimana che si preannuncia vibrante e carica di pathos. San Siro aprirà le tende del suo proscenio a due sfide dal fascino frizzante: prima il Liverpool in Champions e poi l’Inter. Il campionato del Milan può finalmente iniziare, anche se lo stesso Fonseca ricorda che “è già cominciato quattro giornate fa, perdendo punti che dobbiamo recuperare”. Vero, ma il ritmo visto in campo ieri sera, e propiziato magistralmente dal “direttore d’orchestra” Reijnders, sembra poter essere, si spera, il preludio al “fado” targato Fonseca. Ballo che, così come vuole la tradizione portoghese, nasce come una forza artistica della periferia alla conquista del centro della città. Ogni riferimento al derby con l’Inter è, ovviamente, puramente casuale.


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