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Maignan: sulla questione razzismo nulla è cambiato

Mike Peterson Maignan

Il francese, durante un evento in cui ha partecipato anche Eto’o, denuncia l’immobilismo delle istituzioni e svela il suo idolo tra i pali

Nel cuore della capitale francese, all’interno dello storico Théâtre Mogador, si è svolto un evento unico che ha visto la partecipazione di personalità di spicco dello sport e dello spettacolo. Tra questi, il portiere del Milan, Mike Maignan, ha condiviso riflessioni personali e profonde sulla sua carriera, il calcio moderno e problemi come il razzismo nel calcio. Tra le righe delle sue dichiarazioni, emerge non solo il profilo di un atleta determinato ma anche di un individuo consapevole delle sfide che il mondo del calcio ancora deve affrontare.

La sfida personale di Maignan

Maignan apre il suo cuore parlando delle difficoltà affrontate nell’ultima stagione. Ammette candidamente di essersi trovato in lotta con se stesso, una battaglia interna che lo ha visto perdere di fronte alle sfide imposte non solo dal campo ma anche dalla sua mente. Quest’esperienza negativa, tuttavia, non lo ha sopraffatto, ma gli ha insegnato una lezione preziosa: la necessità di migliorare e crescere, dimostrando una maturità che va oltre il rettangolo di gioco.

Mike Peterson Maignan
Mike Peterson Maignan

Un grido contro il razzismo

Quando il discorso si sposta sul tema scottante del razzismo, la voce di Maignan si fa più ferma. Raccontando il suo episodio di protesta contro gli insulti razzisti a Udine, evidenzia una triste verità: nonostante le promesse e le discussioni, poco o niente è cambiato in Italia in termini di lotta a questo fenomeno nefasto. La sua decisione di lasciare il campo, supportato dalla sua squadra, aveva l’obiettivo di invocare un cambiamento che, purtroppo, stenta ancora a manifestarsi.

La filosofia del portiere moderno

Nel corso del dialogo, Maignan tocca anche il tema dell’evoluzione del ruolo del portiere nel calcio moderno. Convince l’idea che per eccellere, oltre a doti tecniche e atletiche, un portiere debba possedere una mentalità “pazza”, capace di gestire la pressione e gli errori con resilienza. L’allenamento fisico e tecnico non può prescindere da un altrettanto intenso lavoro sulla mente, elemento chiave per distinguersi in questo ruolo tanto cruciale quanto sottovalutato.

Un modello da seguire: Neuer

Quando si parla di riferimenti e modelli nel mondo dei portieri, Maignan non ha dubbi: Manuel Neuer è il suo faro. L’estremo difensore tedesco, con la sua rivoluzionaria interpretazione del ruolo, ha offerto a Maignan una fonte d’ispirazione che va oltre il semplice ambito sportivo. Ammirazione che emerge anche nel riconoscere come, nonostante gli errori – parte inevitabile del gioco – Neuer sia rimasto un punto di riferimento.

L’evento, organizzato da ESN, ha quindi offerto uno spaccato profondo non solo sul giocatore Mike Maignan ma anche sull’individuo, sui suoi valori, le sue paure e le sue ambizioni. Nelle sue parole, si riflettono le sfide e le contraddizioni di un mondo, quello del calcio, ancora in bilico tra tradizione e necessità di rinnovamento, non solo tecnico ma anche etico e sociale.


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