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Sala: “San Siro ha presenza e storicità, il diritto di superficie costerebbe 1 milione all’anno per 90 anni”

Giuseppe Sala

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala si rivolge per l’ennesima volta ai due club milanesi.

Beppe Sala al Corriere della Sera espone in maniera dettagliata l’operazione che potrebbe portare alla ristrutturazione di San Siro. “In questa lunga storia ci sono due fasi: la prima, quando le squadre vengono da me e dicono di volere uno stadio nuovo, mi mostrano mille progetti di uno stadio nuovo. Mi dicono che l’unica possibilità, perché lì c’è posto, è farlo nell’area di San Siro e, dunque, abbattere San Siro per fare un nuovo impianto. Questa fase è andata avanti fino a che, a un certo punto, e qui c’è stato il cambio di rotta delle squadre, hanno visto che San Siro veniva vincolato e di fatto, ormai, prendo atto che un vincolo c’è e rimarrà, e che con il referendum e l’opposizione di tanti cittadini era difficile farlo. Da lì, cominciano ad andare fuori Milano. Perché io insisto per San Siro? Non voglio fare i conti in tasca alle squadre, ma fare uno stadio nuovo, serio e importante, costa almeno 1 miliardo e 200 milioni. Dico loro: perché non considerate San Siro, che ha presenza e storicità? Visto che l’abbiamo a libro per 100 milioni con un diritto di superficie che potrei concedere per 90 anni, vorrebbe dire che dovrebbero darmi 1 milioni all’anno, per cifre sostanzialmente diverse”. 

San Siro
San Siro

L’appello

“Quando si è riaperto il dibattito sulla ristrutturazione di San Siro, la mia casella postale è stata invasa da mail di gente che vorrebbe salvare San Siro. Detto ciò, è evidente che, se non si possono fare i lavori mentre si gioca, hanno ragione le squadre, che non possono stare tre anni senza stadio. Ma, se si può, il mio invito è rifletterci. Non è semplice oggi fare uno stadio in un territorio molto urbanizzato: ci sono opposizioni ambientaliste, difficoltà per la viabilità. E’ legittimo che le squadre possano cercare la possibilità di trovare un altro stadio, anche perché si patrimonializzano. Da parte mia è doveroso difenderlo, anche perché, se loro vanno via, cosa faccio con San Siro? Dovrò trovare una soluzione e metterlo in vendita, sapendo che le squadre hanno garantito di restare fino al 30 giugno 2030, che è apparentemente un lunghissimo percorso, ma viste le complessità amministrative, lo è fino a un certo punto“.


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