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Gazidis racconta il progetto vincente del Milan e parla del suo futuro

L’AD del Milan Ivan Gazidis è stato intervistato e ha parlato di come il progetto del Milan sia diventato vincete.
In un’intervista rilasciata all’interno dell’inserto di Repubblica, Affari&Finanza l’Amministratore Delegato del Milan Ivan Gazidis ha fatto un po’ il film del suo lavoro al Milan e di come il progetto abbia portato il 19esimo scudetto e di come sarà il lavoro della nuova proprietà di RedBird e Gerry Cardinale.

Sulla società ereditata: “Abbiamo ereditato una società con performance sportive deludenti e gravi difficoltà finanziarie. Abbiamo fatto scelte radicali, abbiamo ricostruito la società dalle fondamenta e l’abbiamo riportata a essere competitiva, in Italia e presto anche in Europa. Più importante ancora della strategia è il modo di fare le cose. Abbiamo scelto di ingaggiare calciatori giovani e farli crescere all’interno del club. Non spese, ma investimenti per il futuro. Abbiamo deciso di puntare su uno “style of football” più fisico, aggressivo, veloce, propenso all’uno contro uno. Per questo avevamo bisogno di uno staff tecnico innovativo e molto focalizzato sugli obiettivi, coraggioso e capace di reggere alle pressioni”.
Dopo il lato sportivo Gazidis ha parlato delle modifiche in società e all’azienda: “Quando sono arrivato non esisteva una Milan app: la digitalizzazione e la produzione di contenuti sono importantissimi per tenere insieme una community che comincia in Italia e finisce in Australia. Quando sono arrivato i due terzi dei partner commerciali erano italiani, oggi i due terzi sono internazionali. Il valore delle partnership commerciali si è moltiplicato. Tutti i ricavi sono investiti nel club. È un circolo virtuoso”.
Sul futuro e la nuova proprietà: “Red Bird ha grandi capacità nel business dello sport e un’alta reputazione internazionale. Il messaggio che ci hanno trasmesso è la volontà di continuare nel cammino che la nostra gestione virtuosa. Quando? Venditore e compratore hanno detto che il closing è programmato entro settembre e non vedo elementi tali da modificare la tempistica”.
Sul nuovo stadio “Sono ottimista sulla possibilità di arrivare all’approvazione del progetto finale di uno stadio moderno, capace di accogliere famiglie, donne, bambini e di generare nuovi ricavi. È un architrave del nostro progetto. Stadio da soli? È il sogno di molti tifosi, ma bisogna fare i conti con la realtà di un investimento proibitivo per l’equilibrio finanziario di un solo club”. Sul suo futuro: “l tempo giusto per discuterne con la nuova proprietà sarà dopo il closing”.
Su Pioli: “Ha grande capacità di comprensione del calcio moderno, grandi qualità umane, totale focalizzazione sul lavoro, senza un lamento né una polemica. Rangnick? A Pioli avevo detto: ci saranno mille voci e speculazioni, ma quel che accadrà a fine anno dipenderà solo dalle tue performance. Pioli mi ha ascoltato, i risultati sono arrivati e la sua conferma è venuta naturale”.
Su Maldini: “Non credo servano parole per descrivere il valore culturale e manageriale che Paolo Maldini e Frederic Massara – in particolare la combinazione tra i due – hanno portato al Milan. Paolo Maldini l’ho assunto io non una, ma due o tre volte, compreso l’ultimo rinnovo sul quale ho espresso un parere favorevole alla nuova proprietà”.
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